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Negli ultimi anni, il mercato del “naturale” ha subito una letterale esplosione rispetto al passato. Complici gli scandali alimentari che spesso sono partiti dalle industrie, gli effetti collaterali che i farmaci possono avere e la comprensione dell’importanza dell’alimentazione nel raggiungimento del benessere, ci sono molte persone che cercano di vivere nel modo più naturale possibile.
Tra i vari modi in cui questo si può fare ci sono anche le terapie: i farmaci vanno presi con moderazione e sotto stretto controllo medico, e per questo motivo ci sono diverse persone che hanno iniziato a curarsi con le erbe, che spesso vengono ritenute migliori.
Tuttavia, la fitoterapia, che è la “madre” della moderna farmacologia, può avere anche delle criticità: affinché la cura con le erbe non diventi un danno, è importante fare attenzione a diversi aspetti. Vediamo quali sono gli aspetti a cui fare attenzione che ha condiviso con noi il portale dedicato alimentazionecorretta.info
Non è sufficiente prendere una parte della pianta che funziona contro il nostro disturbo per avere un effetto.
Le piante funzionano sul nostro corpo perché (come i farmaci) hanno all’interno dei principi attivi, che devono avere una certa dose per poter essere efficaci; se quella dose non si raggiunge l’erba non funziona sul nostro organismo.
La dose terapeutica può variare anche in base alla parte della pianta, perché alcune parti come le foglie possono contenere più o meno principio attivo rispetto ad altre parti, come i fiori.
Alcune piante come la digitale, l’amanita o la belladonna sono piante velenose, eppure vengono estratte per fare dei medicinali.
Questo perché il fatto che un prodotto sia naturale non vuol dire che non abbia effetti collaterali, che ci possono essere e possono essere anche gravi, come negli esempi che abbiamo fatto.
Per cui, pensare che le erbe non abbiano effetti collaterali “perché naturali” non è corretto, e bisogna fare molta attenzione a questo aspetto.
Per alcune erbe conosciamo esattamente la composizione, e sappiamo quindi quale principio attivo comprendono, in che quantità, quindi conosciamo anche la dose efficace per quella specifica pianta.
Tuttavia, molte erbe e soprattutto quelle di cui si fa un uso “tradizionale” per alcuni specifici disturbi hanno poi riscontrato un’effettiva efficacia alle prove scientifiche, per cui di fatto non sappiamo se funzionano o meno.
Se le erbe funzionano, quindi se contengono dei principi attivi, esattamente come i principi attivi dei farmaci possono interagire.
Un esempio sono quei vegetali (come il pompelmo) che hanno la capacità di bloccare enzimi specifici, come il Citocromo P450. Il blocco di questo enzima fa sì che la concentrazione del farmaco che entra in circolo sia più alta rispetto a quanto lo sarebbe stata se non ci fosse stato il pompelmo, e questo fa sì che il medicinale, dosato normalmente, in realtà risulti sovradosato.
Quando si assume un medicinale, prima di curarsi con le erbe è sempre importante informare il medico curante.
Infine, è importante evitare di fare mix di erbe, e utilizzare le erbe terapeutiche sempre con razionalità.
Infatti, come le erbe possono interagire con i farmaci, possono interagire anche con altre erbe, e se ne mescoliamo troppe può essere difficile prevedere l’effetto di un’interazione tra piante che funzionano in modo diverso.
Se ci si vuole curare con le erbe, quindi, è opportuno sapere esattamente che cosa si sta assumendo, e soprattutto valutarne gli effetti; se questi non ci sono possiamo provare con un’altra erba, ma è meglio evitare di mescolarle; i principi attivi contenuti devono essere eliminati dall’organismo, e ciò può non essere semplice se l’organismo è rovinato.