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Il rimborso delle attività sportive grazie al Welfare Aziendale

È possibile essere rimborsati di ciò che si spende, per fare ciò che ci fa stare bene?

Negli ultimi anni, sempre più aziende si stanno rendendo conto dell’importanza di investire nel benessere psicofisico dei propri dipendenti, fornendo – attraverso piani di Welfare Aziendale – una serie di benefit; e tra i più apprezzati spicca proprio il rimborso delle attività sportive: una soluzione che coniuga salute, motivazione e vantaggi fiscali.

Ma quali spese sportive sono davvero rimborsabili? Come funziona il rimborso e chi ne ha diritto? Scopriamolo insieme.

Le spese sportive sono rimborsabili? E se sì, in quali casi

Alcune spese sportive possono essere rimborsate tramite il Welfare Aziendale, ma solo rispettando alcune condizioni precise.

La normativa italiana stabilisce infatti che solamente determinati benefit aziendali possano essere erogati, senza generare reddito imponibile per il dipendente.

Nel caso delle spese sportive, la rimborsabilità è generalmente legata a:

  • attività sportive per i figli fiscalmente a carico,
  • attività fisiche praticate direttamente dal dipendente.

Tuttavia, non esiste una regola precisa, sta sempre all’azienda decidere come strutturare il proprio piano in modo diverso, inserendo o escludendo determinate spese.

Come ottenere il rimborso per le spese sportive

Ottenere il rimborso è più semplice di quanto si pensi. Generalmente, il processo prevede solo 3 passaggi:

  1. accesso alla piattaforma welfare fornita dall’azienda.
  2. Inserimento della documentazione (fatture, ricevute fiscali, attestati di iscrizione).
  3. Approvazione del rimborso da parte del sistema o dell’amministrazione HR.

Le aziende possono scegliere se erogare il rimborso in forma diretta (rimborso economico) o indiretta (voucher o convenzioni con centri sportivi).

Quali sono le spese sportive rimborsabili

Le spese rimborsabili variano in base al piano di Welfare adottato, ma generalmente includono:

  • iscrizione a palestre e centri fitness.
  • Abbonamenti a piscine e impianti sportivi.
  • Corsi sportivi per bambini e ragazzi (es. calcio, danza, nuoto).
    Attività motorie o corsi organizzati da enti riconosciuti.

È fondamentale ovviamente che le strutture siano regolarmente registrate e che rilascino ricevute fiscali valide.

Le spese in contanti e quindi non documentate o presso centri non autorizzati non possono essere rimborsate.

Il rimborso delle attività sportive tramite il Welfare Aziendale

Tramite il Welfare Aziendale le aziende possono decidere di consentire ai propri dipendenti di usufruire di benefit non monetari, con un doppio vantaggio: sia per sé (minor tassazione e deducibilità fiscale) sia per il lavoratore, che può risparmiare su attività che incidono ovviamente anche sulla sua salute, su un sano equilibrio vita-lavoro e che influiscono quindi anche sulla sua produttività in ufficio.

Nel caso delle attività sportive, il rimborso rappresenta una forma concreta di incentivazione alla salute e all’equilibrio; non a caso, le imprese più attente al benessere psicofisico del personale offrono spesso anche abbonamenti a palestre (talvolta anche aziendali) e corsi sportivi, per favorire e tenere alta la produttività e il morale dei team.

Rimborso attività sportive per dipendenti con figli: solo attività scolastiche?

Una delle domande più comuni riguarda tra le altre cose anche la rimborsabilità delle attività sportive dei figli.

La risposta è sì, sono rimborsabili e non solo quelle scolastiche.

Il rimborso delle attività sportive tramite il Welfare Aziendale non è necessariamente limitato a quelle svolte nell’ambito scolastico; in generale, può coprire una varietà di attività, comprese quelle sportive, purché siano inserite all’interno del piano approvato.

Le attività sportive rimborsabili potrebbero includere quindi corsi, abbonamenti in palestra, iscrizioni a eventi sportivi, e simili, e non è obbligatorio che queste attività siano strettamente legate a un contesto scolastico.

Se l’attività sportiva è legata a iniziative educative o formative, come nel caso di sport praticati in ambito scolastico o accademico, potrebbe essere però più facilmente giustificata, nonostante non sia un requisito esclusivo per il rimborso.

Può essere quindi decisamente utile verificare con un consulente del lavoro o con l’amministratore del piano di Welfare le specifiche condizioni e opportunità.

In alcuni casi, possono essere infatti rimborsabili anche attività extrascolastiche, purché strutturate e svolte presso enti o associazioni riconosciute, come:

  • scuole calcio, basket, danza,
  • centri sportivi affiliati a federazioni sportive
  • corsi annuali con un istruttore certificato.

Le attività devono in ogni caso sempre essere documentate e riguardare figli fiscalmente a carico del dipendente.

Esiste un rimborso anche per gli sport personali dei dipendenti?

Sì, ma con alcune limitazioni.

Molti piani Welfare moderni prevedono rimborsi per attività sportive praticate direttamente dal dipendente, come:

  • abbonamento in palestra;
  • lezioni di yoga, pilates, functional training;
  • attività outdoor (se acquistate tramite centri sportivi convenzionati).

Tuttavia, purtroppo ad oggi non tutte le aziende lo prevedono: è sempre bene consultare il regolamento Welfare interno per sapere quali sport rientrano nella lista dei benefit rimborsabili.

Per quali altre attività si può ottenere un rimborso sfruttando il Welfare?

Oltre allo sport, il Welfare Aziendale copre anche molte altre attività da svolgere durante il tempo libero.

  1. Spese per la cultura e l’istruzione: Include libri, corsi di formazione, attività didattiche, spettacoli teatrali, concerti, eventi culturali e mostre, quando sono legati alla crescita personale o professionale.
  2. Attività ricreative e di svago: Cinema, teatri, concerti, parchi di divertimento, eventi sportivi, musei e mostre sono spesso rimborsabili, specialmente se destinati a incentivare il tempo libero dei dipendenti.
  3. Vacanze e viaggi: Alcuni piani Welfare prevedono la possibilità di rimborsare spese per viaggi o vacanze, in particolare se si tratta di attività che promuovono il benessere e la conciliazione tra vita privata e lavoro.
  4. Corsi e attività ricreative per bambini: Per i genitori, alcune aziende rimborsano corsi di sport, attività ludiche, asili e centri estivi per bambini.
  5. Eventi aziendali e team building: Partecipazione a eventi organizzati dall’azienda, come team building, cene aziendali, eventi sportivi o ricreativi.
  6. Abbonamenti a servizi di intrattenimento: Servizi come Netflix, Spotify, o altre piattaforme di streaming possono rientrare in alcune politiche Welfare aziendali, se indirizzati alla promozione del benessere psicologico e della socializzazione.

Il welfare che supporta il tempo libero si sta trasformando in un vero e proprio ecosistema di servizi, capace di rispondere ai reali bisogni reali delle famiglie e dei singoli lavoratori.

Il rimborso delle attività sportive tramite il welfare aziendale è un’occasione da non perdere per chi ama lo sport e vuole tenersi in forma, trovando il giusto equilibrio tra lavoro e benessere.

Finalmente una forma di incentivo sempre più diffusa, che premia lo stile di vita attivo e sano!

Se lavori in un’azienda che offre un piano di Welfare, informati subito sulle possibilità di rimborso per te e per i tuoi figli. Il tuo sport preferito potrebbe costarti… molto meno di quanto pensi!

 

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